Sunday, December 2, 2007

bozzetti per una notte rosa

#3
Allora.. cosa posso fare?
Leggerò un libro. Sì leggerò un libro. Sono passati cinquant’anni dalla fine della seconda guerra mondia… cazzo vattene. No! No! Non ricominciare… mi lavo i capelli. Si mi lavo i capelli… è finito lo shampoo, porca… ancora! E adesso casa faccio? Mi faccio una tisana. Chiudo la porta, mi siedo e aspetto. Poi quando è pronta me la bevo… dopo mi fumo una sigaretta. Poi mi lavo capelli uguale, anche senza shampoo, tanto sono puliti… pronto?
Chi parla?
Chi cerca?
No.. Luca non abita più qui. Si lo può trovare a casa di sua madre…
Merda! Ma che sfiga! Ma non è possibile!
Ora faccio uno scatolone e butto via tutto… anzi brucio tutto… prendo la macchina, vado alla discarica e faccio un bel falò. Si anche il computer… no, anzi, il computer me lo tengo.

#1
Mi chiamano Madame e cucino molto bene, ma la mia specialità è decisamente far l’amore.
Lo faccio in tutti i modi, è il mio gioco preferito.
Ero ancora una bambina, quando conobbi l’uomo, mi sono esercitata con diversi individui. Ma il piacere vero l’ho scoperto in una notte stravagante, dentro una cantina buia. Mi ha strappato il cuore, con le mani sul mio seno, infiammato dalle labbra sigillate sulle aureole, mentre le sue ginocchia dischiudevano le ante delle mie cosce chiuse, per suonare con dita d’artista tutte le corde del mio sesso. Vibravo come un canto sul suo capo chino, esplodeva la mia nudità, bianco-latte, su i suoi vestiti che non caddero.
Lo rividi diverse volte. Mai nudo.
Sapeva cucinare però: l’estasi. Non si chiede la ricetta, ad un grande chef.

#2
Caro Tadeuz,
mi mancava all’inizio la mia gente, mi mancava la mia Polonia. Mi mancavi tu. Quando stavo a Pietroburgo non c’erano tele ed olii in grado di contenere il mio dolore. In grado di contenere la totale assenza del tuo odore. Parigi ha cancellato tutto, anche il tuo viso. Alle volte mi sforzo di ritrovare le tue labbra, il tuo naso, i tuoi occhi, dentro il baule di quei pomeriggi al fiume, quando facevamo il bagno nudi, con gli spilli nei piedi, per via dell’acqua gelata, ma non ci sei più. Quando iniziasti a svanire, io iniziai a dipingere tutte le ricche signore della capitale. Mi ama l’alta società, questa gente mi ama, perché do un peso al loro ego smisurato. Ed io amo loro, perché hanno cancellato il volto della mia sciocca solitudine.

#4
Stamani sono scesa allo stagno, ho attraversato il campo dei Bigini, per raccogliere i fiori. Ti ho fatto le viole e le primule, come ti piacciono a te. Le primule gialle intorno e le viole al centro. Poi sono tornata a casa e ho messo la pentola sul fuoco. Ho fatto i maccheroni, col sugo di polpette. Te ci vai matto per il sugo di polpette, infatti di maccheroni ne ho buttati giù due bei piatti, tanto io ne mangio pochi. Ti ho preso anche due panini all’olio alla bottega, per farci il buco incima e riempirli col sugo. Oggi questo marmo è tutto sporco, maledetti uccellacci, ma ce ne sarà posto dove andare a cagare! Ora vado alla fontana e vedo se trovo uno straccio, così ci do una bella pulita. La prossima settimana ti compro un vaso nuovo, questo ormai c’ha tutto l’erbino verde che non viene più via. Sei arrabbiato? Sei arrabbiato con me?
Rispondimi? Perché non mi rispondi?

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