Wednesday, November 3, 2010

lasciami indietro
vicino agli alberi
ci sarà ombra abbastanza per ripararmi
lasciami una riga soltanto
vuota
perché possa scrivere la storia
sarà abbastanza
lasciami indietro
tra i rami storti
ci sarà spazio abbastanza
per me che sono poco poco
un granello
lasciami indietro
libera di non andare avanti

non lasciarla però
quella cosa lì, segreta
mettigli i piedini, le manine, il naso, le labbra
falla diventare
quello sai fare tu

Monday, July 26, 2010

si riparano danni
evitano le ferite
coltivano i sogni

si svuotano i sacchi
dispongono le carte
si leggono i segni

come l'amore comanda
si riparte da zero
lo si vorrebbe fare

con la coda ricolma
di discorsi a mezzo
di digressioni rozze

fatti di parto vivo
di aborti zitti zitti
di anatomie mentali

si crea il caos infine
dei telefoni muti
della voglia di dire

voltami la pagina
potami le ali viola
ricucimi ricuci

si evitano i sogni
riparano ferite
coltivano i danni

Saturday, July 3, 2010

guarda se ho lasciato l’orecchino

di giada con la clip, sul comò
vicino ai quaderni di Satie
guarda se ci sono i sandali
romani, vicino alla porta bianca
cerca il mio cappello rosso
forse in cucina, dove c’è il caffè
ricorda se stanotte ha cantato
la civetta, sull’ulivo storto a sinistra
se c’erano le lucciole nel prato
se i tuoi sogni nei miei
sono venuti alle tre e mezza in punto
se il mio nome esplodendo ha lasciato
schegge nel tuo cuore cavo
se le stelle da un velo coperte
si sono spente di colpo, se il blackout
ti ha piegato la mente, e finalmente riposo
come facessi la neve di nuovo, hai desiderato
la stessa vita di me
guarda il sorriso inciso nella carne, che si apre
da un seno all’altro, ferisce il petto
ma non piango, oggi no domani
forse un’altra volta
e ancora, ancora un’altra

Friday, June 4, 2010

se potessi scrivere che si avvera

scriverei una storia strana
di gente che si ama, senza sapere come
tante persone, tutte insieme
a dividere la vita
bimbi vecchi ragazzi e grandi
tutti nello stesso prato, dove l’erba è verde
il sole è grande, c’è sempre una musica dolce
dove si mangia il giusto
dove non manca niente perché non serve
dove la voce è misurata
ed anche io e te
non siamo più sbagliati

resina di latte, che non esisti

come lesinarti
come riempire once
resina purissima, di te mi vesto
per restare nuda
la pelle che scolora, sotto le sue mani
si facesse sangue, a coprire i torti
si facesse acqua a cancellarli
si facesse resina
di latte, a reinventarli

Tuesday, February 23, 2010

era lì
sulla sedia
da molto
molto tempo
e si chiedeva
perchè
neanche sapere
se tua madre era morta
se ti sentivi
bene
si chiedeva perchè:
io
danno di dio

Tuesday, February 9, 2010

arrendevoli arrendersi alla resa
come marionette senza fili
abbandonate e scomposte, di niente
fatte come scarabocchi
aggrottate che non vuol dire niente
solo un suono disistituzionalizzato
che a sua volta non significa niente
il significante non il significato

Tuesday, January 26, 2010

caramelle & sangue

credi sia passato molto tempo? mi sembra sia passato un secolo...
ora che seguo solo l'andamento della vita, come un commercialista privo di fantasia e di malizia, il tempo non passa mai!
Ti ricordi di che colore erano le mie mutande? ti sembrerà stupido, ma io ci tengo davvero molto. Mi sono ossessionata con quelle mutande, ultima frontiera, ultimo gesto, ultima barriera... pensavo che se avessi avuto il coraggio di arrivare fin lì, non avresti più potuto dimenticarti di quelle mutande.
Tanto lo so che non te le ricordi, ma non importa io ti amo ugualmente.
Mica me la sono presa quando sei scomparso, ho solo avuto voglia di dormire, quando ho capito che non saresti più tornato.
In fondo lo spazio è solo un luogo metafisico dove accordare il pianto, strumento sublime.

Friday, January 22, 2010

attende che il pallino diventi verde, poi
quando finalmente può parlare
tace

Monday, January 18, 2010

c’è sempre un perché

ma non è dato sapere perché
ci si fa sparpagliare il sangue, solcare la pelle, bestemmiare il cuore.

Dividere le acque per poi lasciarsi ricoprire annegando
veleggiare in vasche da bagno, quando sterminato il mare attende.

Quando il cielo si dimostra, accontentati dallo squarcio di una bifora
straziati e pavidi sottilmente scivoliamo tra le briciole
pochi passi, piccoli, veloci in cerchio.

C’è sempre un perché
ma non mi è dato sapere perché
la notte, mentre tutti dormono, io no.