Monday, January 18, 2010

c’è sempre un perché

ma non è dato sapere perché
ci si fa sparpagliare il sangue, solcare la pelle, bestemmiare il cuore.

Dividere le acque per poi lasciarsi ricoprire annegando
veleggiare in vasche da bagno, quando sterminato il mare attende.

Quando il cielo si dimostra, accontentati dallo squarcio di una bifora
straziati e pavidi sottilmente scivoliamo tra le briciole
pochi passi, piccoli, veloci in cerchio.

C’è sempre un perché
ma non mi è dato sapere perché
la notte, mentre tutti dormono, io no.

2 comments:

LuceNeglOcchi said...

attingiamo Goccie di Luce dall'Interiore nostro Profondo.. senza neanche tentare d'immergersi Interamente..

LA CLAQUE in Agorà said...

Alle profondità sonore. Che vibranti mi contengono.
All’oscurità. Che nelle discese libere mi frena.
Alla luce. Che ritorna
a poco a poco in fasci, come raggi
di bicicletta al sole, mentre divento liquida
senza possesso alcuno, lascio alla mia carne
il piacere di disfarsi
e rimango
fatta di un solo battito d’amore, che da voce
al tuo saluto:
“ciao mare!”

grazie Luce