Tuesday, March 25, 2008

Milano Sanremo


Arriviamo a Voze intorno alle 12.30, accompagnati dal sole che gioca a nascondino. Superiamo il paese in cerca di una buona postazione per la nostra auto e soprattutto per le nostre macchine fotografiche e videocamera. Un chilometro dopo il paese, un bel rettilineo preceduto da un tornante e seguito da una curva ad esse, oltre ad offrirci tutto ciò di cui necessitiamo ci regala anche una vista meravigliosa dalla quale si può ammirare Noli. Con la sua fortezza medievale adagiata sulla collina, le mura che ne costeggiano il fianco e il paese rannicchiato nella V che forma la valle fino a bagnarsi nel mare.
Adesso il sole è alto ed il cielo pulito, il mare una tavolozza di colori che vanno dal turchino al violetto si lascia navigare da qualche vela bianca e da una petroliera partita dal porto di Genova, che si scorge in lontananza.
Abbiamo posteggiato la macchina davanti ad una piazzola naturale, che una famiglia di camperisti cuneesi ha trasformato in un’area di sosta attrezzata con tavolo e sedie, i bambini sono felici e aspettano le “biciclette” con i panini tra le mani, mi dicono: “Tra un po’ arrivano le biciclette”, con un entusiasmo ed una purezza che mi commuovono e mi viene anche un po’ di nostalgia per l’infanzia. Una coppia di anziani cammina lentamente dall’altro lato della strada. Già una piccola folla si ritaglia posti qua e là.
Scendiamo a Voze per mangiare qualcosa, ma i due ristoranti sono al completo. Torniamo alle nostre postazioni. Mi arrampico su una piccola cresta di roccia dalla quale posso riprendere il tornante, il rettilineo e la esse, ma anche il bivio che precede il paese. Inizia l’attesa, gli spettatori sono sempre più numerosi; ci sono tanti amatori con le loro biciclette, è un carnevale di colori, tutine gialle, blu, verdi, rosse e i colori dei sorrisi e degli occhi di chi è salito quassù, anche con grande sacrificio.
Sono le 14.25 un uomo con il monocolo grida: “Arriva la macchina Rossa!”, un minuto dopo l’auto è dentro il display della mia videocamera puntata sul bivio di Vozze; di lì a poco il primo gruppo di tre ciclisti passa il bivio. Alle 14.37 sono al tornante; quella che io ormai chiamo la contrada inizia a muoversi come un’onda tutta protesa verso la strada: battono le mani, urlano, qualcuno grida: “Dai ragazzi non mollate, mancano quattrocento metri e poi si scollina, dai! Forza ragazzi!”. I ragazzi imboccano la esse e spariscono dal campo di ripresa, mi giro, aspetto un po’ ed ecco il gruppo degli inseguitori; la contrada che si era ritirata come il mare di nuovo si fa onda con lo stesso entusiasmo, la stessa voglia di sostenere tutti fino all’ultimo. È proprio così infatti, nel giro di un quarto d’ora anche l’ultimo uomo viene sospinto dal fiato e dal cuore di tutte le persone che l’hanno aspettato.
Due moto della polizia ed una dell’organizzazione con scritto “FINE GARA” chiudono la corsa. Ognuno raccoglie le sue cose, una bambina stringe tra le braccia il kit di felpa, cappellino e ombrello della MILANO-SANREMO. Io spengo la videocamera e sono proprio contenta di essere qua, in questa giornata dove gli uomini si sono fusi con la terra, ognuno a suo modo, stretti in un abbraccio invisibile, come tanti raggi di una ruota, che girando regala il sogno di poter ancora essere tutti uniti in un cerchio.

3 comments:

Anonymous said...

ciao , piccola....
lho riletto e come al solito nel finale..........
un po meno dell'altro giorno però...
giusto una lacrimuccia....
brava

remyna said...

che brava che sei!
che bello!
peccato non esserci, tornanti a parte...

Alessandro Federico said...

Ciao Elisa, sono capitato quì per caso ed ho riletto questo meraviglioso racconto.
Brava, complimenti davvero.
Alessandro